Qui, immobile, con la sigaretta fra le dita, il bicchiere a portata di mano, mentre il
ticchettio del tempo scandisce questo stupido modo di non vivere.
Rincorro le lettere sulla tastiera, a volte mi sfuggono,
altre sono proprio la, dove m’aspetto, dove devono essere.
Così, giorno dopo giorno, un’elucubrazione dopo l’altra, si
va avanti, con la consapevolezza che ci saranno altri giorni, con la speranza
che non siano tutti uguali.
Dalla finestra spalancata, sulla via principale del paese,
giungono irrispettosi rumori: un ‘auto, una comitiva di ragazzini che parlano a
voce alta, il cinguettio di qualche non identificato uccello, lo stridio del
vento che s’infrange tra i rami degli alberi.
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