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giovedì 16 febbraio 2012

L'ultimo tremendo errore

Non mi aspettai nulla, quella lontana sera di dicembre, quando t'incontrai in quel parcheggio.
Parlavi divertito e sorridente, bevendo quel pesantissimo drink, mentre pensavo fra me e me:"è la solita..."
Poi a casa mia, sul mio letto, a sorridere e schivare quasi timidamente la voglia di baciarsi, di tocacrsi, di sentirsi.
Fin qui nulla di nuovo, era tutto negli standard, ma quando indietreggiasti davanti alla mia provocazione forte, mi destabilizzasti e pensai:" non gli piaccio, allora perchè siamo qui?"
Nei giorni seguenti tentai di capire cosa volessi da me, a fatica riuscii ad esprimere la mia volontà di approfondire la conoscienza, ben lieto di sentire che anche per te era la stessa cosa.
Era pieno inverno, ma sciogliesti i ghiacciai che avevo nel cuore, giorno dopo giorno, un sorriso, un bacio e una parola in più.
Arrivarono le incomprensioni, le mie paure, che con il senno di poi, erano giustificate.
Il sogno s'infranse davanti alla dura realtà che trovai scritta nel tuo pc, le lunghe chattate a sfondo sessuale con più persone...mi crollò il mondo addosso e ti lasciai.
Quel giorno mi dicesti una cosa così cattiva, che mai nessuno mi aveva detto, e che spero nessuno mi dirà mai.
La tua cara amica, in lacrime, mi convinse, ti perdonai, mettendo da parte l'orgoglio e il dolore, cercando di capire.
Poi venne l'ora di scommettere su noi, in una città nuova per me, lontana.
Lasciai tutto e ti seguii, fino a che, anche quella sera, mentre sorseggiavo un gin lemon, tu ballavi e interagivi in maniera irrispettosa, nei miei confronti, con l'ennesimo sconosciuto.
Volevi divertirti, essere libero, ma con me al tuo fianco, per avere certezze, sicurezze, ma ciò era improponibile ed intollerabile.
Capii che avrei dovuto fermarmi molto tempo prima, seguire il mio istinto e allontanarti, ma l'amore che provavo, stupidamente, mi fece restare accanto a te, ma quella sera tutto finì.
Tornai a casa mia, incominciai a vivere un misto di dolore e profonda rabbia, soprattutto verso me stesso; che povero ingenuo e stupidamente ostinato ero stato.
Avevo messo te davanti ad ogni cosa, allontanando amici e famiglia, per poi ritrovarmi, come si suol dire, con una mano davanti ed una dietro.
Giunse il tempo di pensare a me, lo feci, mi dicesti:" Ti amo"...seppi poco tempo dopo, che la sera prima di quella parola, eri invischiato in un'orgia.
Fosti il mio ultimo tremendo errore, orrore.
Mai più scenderò a compromessi, mai più anteporrò chi che sia, agli affetti che ho.
Chissà le tue convinzioni e i tuoi modi di agire, di essere, dove ti porteranno? Sarò curioso di saperlo tra una decina di anni!

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