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lunedì 4 aprile 2011

Cosa resta di me

Tormento eterno, ciclo naturale nella mia esistenza, alternato ad attimi di luce.
Cosa resta dei sogni che avevo, della purezza della gioventù, delle energie spese, credendo fortemente in qualcosa o qualcuno.
Non so cosa farmene dei giorni che verranno, potessi li consumerei tutti in un secondo.
Questa maledetta sensibilità mi ha consumato dentro, logorato giorno dopo giorno da delusioni o cattiverie gratuite, fino a consumare tutta la voglia di vivere che m'era stata concessa.
Tutto ciò che ho amato, cercato disperatamente, sognato ingenuamente, mi ha reso ciò che sono: un'esistenza obbligata, un'inerzia dovuta, un'autodistruzione lenta, un contenitore di delusioni, di rabbia e di schifo.
Cosa resta di me ora, ora che niente può ridarmi ciò che ho consumato e perso in questi maledetti anni.
Restano giorni che non voglio, fatti di di incontri fugaci e insoddisfacenti, di uscite stereotipate che non lasciano nulla, parole da dire, dette e ridette, speranze inutili.
Resta qualcosa, ben celato fra questi pensieri e i domani che verranno, resta ancora la flebile energia, grazie alla quale, forse, tornerò a vivere.

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