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martedì 20 marzo 2012

Niente e tutto

Mi raccontavate di quanto era difficile la vita, quando si viveva da contadini e non c'era la corrente elettrica.
Quando gli eventi si vivevano tamite la radio del bar, quando per lavarsi bisognava scaldare l'acqua presa alla fontana.
I dolci c'erano solamente per le feste comandate, e sembrava chissà che un pò di crema con il pane.
A tavola sempre polenta e fagioli o patate.
Giunse il tempo di emigrare in Germania, lasciando genitori e figli al paesello.
Avevo pochi anni, mentre voi avevate superato i settanta; la vita vi aveva un pò curvato, ma mai spezzato.
L'energia e la forza traspariva dai gesti e dalle parole.
Non avevate ne laurea ne diploma, ma m'insegnaste la cultura del vivere, come quei vecchi proverbi popolari che valgono tutt'ora.
Il vostro vanto era l'onestà, il lavoro duro, i figli e la famiglia.
Materialmente avevate poco più che niente, ma l'anima e l'umanità erano grandi.
Poi venne il frigorifero, la lavatrice, la televisione, il boom; lasciaste la campagna per la città, iniziaste a crescere socialmente, a costruire e ad essere consumisti, ma sempre con attenzione.
Zii, nonni, non faceste mancare nulla a figli e nipoti, soprattutto a me.
Ora che ho tutto, lo smartphone, l'impianto hifi, il pc, internet e tutto ciò che il progresso ha portato, sento la mancanza delle cose vere e semplici, che mi avete trasmesso.
Un grazie infinito a voi che sarete sempre in me!

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