Cosa rimane di quei giorni, che sembrano ormai lontani, consumati e sdruciti, come un vecchio jeans.
Le fotografie non sbiadiranno, altra miglioria del progresso digitale, in questo tempo matto in cui, regredisce l'umanità.
Ricordo, chiudendo gli occhi, in un attimo così pieno di emozioni, tutto ciò che c'era e si è trasformato, in un batter d'occhio, quasi irriconoscibile, come l'immagine che, lo specchio rimanda di me.
Quanta energia, rincorrendo i sogni, e al risveglio, ci si sente stanchi e provati, la luce del primo sole, schiarisce le idee, i sogni mutano in realtà, che vedi per la prima volta, con occhi diversi, ti sorprendi, anche di te, dei pensieri che, credevi fossero realtà, li toccavi, li strignevi, li sentivi.
Se non sei e non sarai mai, chi dicevi o credevi di essere, ora è un problema solo tuo, perchè ho letto le tue follie, nascoste nell'apparente normalità, che tanto ostenti, e che vendi, a discapito, non solo della tua vita, ma di quell'altrui, che ingenuamente si apre a te, con la sola colpa, di credere.
Mi stupisco di me, non credevo che, ancora, potessi credere e sognare, spendermi, inseguendo l'aquilone, del quale puntualmente, il filo si spezza e vola via.
Da questi trentuno, ho preso un mare di cose, che sono bagaglio di vita, molte gettate, ma quante ancora, tengo gelosamente in me, perchè la richezza, non è fatta di numeri.
Fa bene sognare, ma a questa età, bisogna guardare le cose, anche sotto un'altra luce, perchè nelle ombre, si nascondono irrealtà.
giovedì 12 novembre 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento