Novanta giorni indietro, una frase semplice mi strappò un sorriso, qui, in questa stanza in cui, per la prima volta, dopo un lungo tempo, provai forti emozioni.
Il pensiero va da se, non mi ascolta, anche se la ragione mi dice che era quasi tutto sbagliato, riappari troppo spesso, irrompi ancora in me, mi ferisci e non mi lasci completamente libero.
Potessi cancellare ciò che resta di te, ciò in cui ho creduto, i sogni affogati in un mare di difficoltà, che lentamente andavano giù, mentre restavamo immobili a guardarli svanire nell'oscurità dell'abisso.
Mi specchio, mi guardo negli occhi, in silenzio mi chiedo, cos'è che ancora mi lega a te, perchè accettai quelle schiavitù, quanti giorni ancora dovranno passare, per non ricordare, per sentirmi leggero, per bastarmi.
Mi prenderei a schiaffi, per non essere stato in grado di tutelarmi, per aver messo in campo ogni cosa, per non aver voluto tenere i piedi a terra, per essere ancora, a volte, troppo ingenuo, nonostante il tanto tempo che ho alle spalle.
Lo so che nulla è per sempre, che non mi fido più, che ho ripristinato già, le mie mura di cinta, fortificandomi, diventando cinico, duro, a tratti barbaro, con chiunque incroci il mio cammino.
Domenica grigia e nebbiosa, che ricordi momenti passati, luoghi lontano da qui, che porto sempre con me, dammi un pò di conforto, togli dal cuore questo fardello, fammi sentire che sono ancora in piedi e che tutto questo sarà presto un inutile, freddo, insignificante dettaglio, un incidente di percorso, un imprevisto, un ostacolo da sormontare.
Non può essere amore, se ho ricevuto leggerezze, follie, trattamenti sbagliati, ricatti, bugie, se l'anima è stata calpestata, se l'impegno non è stato apprezzato, se le parole e i gesti si sono volatilizzati, se i progetti mi sono esplosi fra le mani, se in un solo istante, è diventato un'altra persona.
domenica 15 novembre 2009
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