Quando si parlava dell'anno duemila, sembrava quasi di proiettarsi in un mondo fantascientifico, dove le cose erano talmente diverse, che quasi quegl'anni ottanta parevano già vecchi e consumati.
Già allora ero fuori tempo, amavo i vecchi film, quelli di Ciccio e Franco, Tognazzi, Vianello, le scenette dei varietà anni sessanta e settanta, come anche le canzoni di allora, che cantavano l'amore, ma anche il malessere giovanile, il gap generazionale, si cantava di politica.
Gli anni nei quali il movimento studentesco si muoveva veramente, la classe operaia era salda e forte, il sindacato non si era ancora venduto.
Ricordo che c'era la censura, bisognava stare molto attenti a ciò che si diceva, e quel buonismo e perbenismo che imperversavano in televisione, erano tranquillizzanti.
Era tutto semplice e leggero, ma si faceva politica, come Berlinguer, nonostante ci fosse anche Andreotti...
C'era un senso comune, rispetto e valori, interesse collettivo, che ora non vedo più.
I miei nonni mi raccontavano sempre della loro giovinezza, che si rifaceva ai primi del novecento, ed io restavo incantato nell'immaginare e dare forma ai loro racconti, a volte belli, a volte crudi, come quando parlavano di guerra e fascismo.
Poi arrivò Bim Bum Bam, con un Paolo Bonolis, che sembra essere cresciuto assieme a me, sempre simpatico, ma molto più maturo e profondo.
C'erano le giornate trascorse nella sala giochi, quando i video games andavano a duecento lire.
Giocavamo per strada, con un pallone o con una bicicletta, e ci divertivamo anche a smontare e rimontare radioline o giochi elettro meccanici, molto più meccanici...
E come non ricordare il primo mangiadischi quarantacinque giri! E le musicassette? Era divertente srotolarne i nastri, erano lunghissimi!!!
Quanta voglia c'era di fare, sperimentare, conoscere, cambiare, contestare...insomma, ci credevamo!
Ora? Ora l'ipocrisia generale è spaventosa, altro che la vecchia censura. E la politica? Ma soprattutto, i politici? E ancor peggio, la gente? La voglia di cambiare? Di lottare? Il credere in qualcosa, non per convenienza, ma per il senso di giustizia e coscienza, che dovrebbe essere insito in ogni uomo?
Ecco cosa mi manca, quella spensieratezza, quella leggerezza, quelle persone semplici che si spendevano per le proprie idee.
giovedì 24 giugno 2010
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