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venerdì 19 settembre 2008

Felix Cossolo

In risposta alla mia lettera aperta, pubblicata su questo blog in data 16/09/08, pubblico di seguito la risposta di Felix Cossolo l'attuale direttore della rivista gay Clubbing.
Ringrazio Felix per avermi concesso di pubblicare la sua risposta.

hai scritto all'Arcigay? ti hanno risposto?
A mio avviso la differenza tra questi locali e quelli che ci sono in tutto il mondo è la seguente: ALL'ESTERO - basta mettere un cartello e scrivere che il
locale è vietato ai minori (in alcuni è specificato che si tratta di locali gay)
IN ITALIA - Il sex club è vietato salvo se associato ad un'associazione nazionale.
Non è colpa dell'Arcigay anzi bene fa ad associare questi locali per salvaguardare il loro diritto ad esistere. Se funzionano vuol dire che c'e' una domanda. Mi chiedo? A te non piacciono? Non li frequentare. Non è vero che nessuno interviene se ci sono problemi. Almeno a Milano i controlli sono frequenti come anche le chiusure. Le stesse cose accadono nei locali etero, credimi. Sempre meglio comunque che battere e rischiare nei giardini, nei parcheggi ...come succedeva e succede ancora oggi. Nei club la situazione è più controllabile e i gestori si sostituiscono alle forze dell'ordine soprattutto nel prevenire. Bisogna ringraziarli. Se poi ci sono locali in cui non si fa prevenzione questo è grave, a mio avviso i preservativi devono essere sempre a disposizione, come anche manifesti che informano sulle malattie a trasmissione sessuale.
Prova ad andare in Egitto ad esempio dove tutto ciò è illegale e ne succedono di tutti i colori tra ricatti, rapine, arresti e controlli polizieschi nei confronti dei pochi gay che escono allo scoperto. Naturalmente se un club liberalizza l'uso delle droghe bisogna intervenire ma non mi scandalizza se il socio va per divertirsi e per incontrare qualcuno e magari fare 'sesso' sul posto. Non siamo mica
in convento. Non so se l'Arcigay ha sovvenzioni, sicuramente i responsabili di queste attività no. Investono e rischiano anche loro. Se in Italia ci fosse la possibilità di aprire attività vietate ai minori senza queste assurde regole del tesseramento saremmo più liberi. Ma le leggi sull'ordine pubblico e sulle licenze non le hanno scritte nè le associazioni e tantomento i soci. Sarebbe meglio combatterle e proporre alternative valide purtroppo nella situazione attuale quale istituzione le approverebbe? Avrei tanto altro da dirti ma sarà per la prossima volta

cordiali saluti
felix cossolo

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