Mario Clemente Mastella detto Clemente (Ceppaloni, 5 febbraio 1947) è un politico italiano, senatore della Repubblica ed ex deputato. È fondatore e segretario nazionale dei Popolari-UDEUR, partito politico di centro e parte dell'alleanza dell'Unione. È stato Ministro della Giustizia nel governo Prodi II dal 17 maggio 2006 al 17 gennaio 2008; ha presentato le sue dimissioni il 16 gennaio 2008 a causa di un'inchiesta giudiziaria che coinvolgeva lui e la moglie Sandra Lonardo.
È sindaco di Ceppaloni, suo paese natale, dal 2003.
È sindaco di Ceppaloni, suo paese natale, dal 2003.
Laureato in Lettere e Filosofia, è giornalista. La sua carriera come giornalista e i suoi esordi nella vita politica sono stati ampiamenti descritti da lui stesso in varie interviste, citate ad es. nel recente libro "La casta" dei giornalisti Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo[2], dove si legge come l'assunzione alla Rai di Mastella sarebbe stata agevolata da una raccomandazione del potentissimo democristiano Ciriaco De Mita, tanto che ne seguirono ben 3 giorni di sciopero della redazione locale. In vista delle elezioni politiche del 1976, come racconta lui stesso, nelle pause pranzo dei dipendenti della Rai, chiedeva "ai centralinisti di telefonare nei comuni del mio collegio elettorale. Mi facevo introdurre come direttore della Rai e segnalavo questo nostro bravo giovane da votare: Clemente Mastella. Funzionò".[3] Mastella fu quindi eletto deputato, nelle fila della Democrazia Cristiana. Dopo un lungo trascorso politico nella Democrazia Cristiana, fonda nel 1994 il CCD di cui è presidente, condividendone la leadership con Pier Ferdinando Casini.
Dopo la vittoria del Governo Berlusconi I.
Nel febbraio 1998 è protagonista di una scissione interna al CCD, raccogliendo l'appello dell'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga di costituire una nuova formazione politica di centro, alternativa alle due coalizioni.
Mastella fonda così i CDR, Cristiano Democratici per la Repubblica, che si uniscono al CDU nella formazione di gruppi parlamentari unitari.
Nel giugno successivo i CDR confluiscono con altre formazioni nel progetto politico dell'UDR, Unione Democratica per la Repubblica, di cui Mastella diventa segretario nazionale.
Dopo la breve esperienza (la storia dell'UDR termina dopo appena un anno), nel 1999 fonda l'UDEUR, Unione Democratici per l'Europa, partito politico spiccatamente di centro.
Nel 2000 fu, insieme a Salvatore Cuffaro, testimone di nozze del braccio destro di Bernardo Provenzano, Francesco Campanella, l' uomo che fornì a Provenzano i documenti falsi per andare in Francia a operarsi alla prostata. Campanella era il segretario dei giovani dell' UDEUR.
È deputato alla Camera ininterrottamente dal 1976, riconfermato per otto legislature consecutive. Alle elezioni politiche del 2001 è stato eletto con il sistema proporzionale nella seconda circoscrizione della Campania.
Nel 2003 si candida a sindaco di Ceppaloni, appoggiato da Forza Italia e SDI, nella lista "Ceppaloni al centro", vincendo le elezioni contro il candidato appoggiato dal centro-sinistra e Rifondazione.[4]
Alle elezioni politiche del 9 aprile 2006, Clemente Mastella è eletto al Senato della Repubblica come candidato dell'U.D.Eur Popolari. Presentatosi sia nella regione Campania (dove il partito ha ottenuto il 5,2% dei voti, ottenendo due seggi) che nella Calabria (4,23%, un seggio), ha optato per rappresentare quest'ultima.[5]
Ad inizio dei lavori parlamentari della legislatura, è stato nominato vicepresidente della Camera. Nel novembre del 2006, partecipa ad Anno Zero, trasmissione televisiva condotta da Michele Santoro. Dopo un acceso dibattito con il presentatore, decide di abbandonare lo studio [6], tacciando Santoro di uso improprio della televisione pubblica. Successivamente, ha deciso di intraprendere un' azione legale contro Raidue.
A seguito dell'organizzazione delle consultazioni primarie per scegliere il candidato premier dell'Unione, Mastella ha deciso di presentare la sua candidatura per "presidiare il centro" della coalizione.
Dopo la vittoria del Governo Berlusconi I.
Nel febbraio 1998 è protagonista di una scissione interna al CCD, raccogliendo l'appello dell'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga di costituire una nuova formazione politica di centro, alternativa alle due coalizioni.
Mastella fonda così i CDR, Cristiano Democratici per la Repubblica, che si uniscono al CDU nella formazione di gruppi parlamentari unitari.
Nel giugno successivo i CDR confluiscono con altre formazioni nel progetto politico dell'UDR, Unione Democratica per la Repubblica, di cui Mastella diventa segretario nazionale.
Dopo la breve esperienza (la storia dell'UDR termina dopo appena un anno), nel 1999 fonda l'UDEUR, Unione Democratici per l'Europa, partito politico spiccatamente di centro.
Nel 2000 fu, insieme a Salvatore Cuffaro, testimone di nozze del braccio destro di Bernardo Provenzano, Francesco Campanella, l' uomo che fornì a Provenzano i documenti falsi per andare in Francia a operarsi alla prostata. Campanella era il segretario dei giovani dell' UDEUR.
È deputato alla Camera ininterrottamente dal 1976, riconfermato per otto legislature consecutive. Alle elezioni politiche del 2001 è stato eletto con il sistema proporzionale nella seconda circoscrizione della Campania.
Nel 2003 si candida a sindaco di Ceppaloni, appoggiato da Forza Italia e SDI, nella lista "Ceppaloni al centro", vincendo le elezioni contro il candidato appoggiato dal centro-sinistra e Rifondazione.[4]
Alle elezioni politiche del 9 aprile 2006, Clemente Mastella è eletto al Senato della Repubblica come candidato dell'U.D.Eur Popolari. Presentatosi sia nella regione Campania (dove il partito ha ottenuto il 5,2% dei voti, ottenendo due seggi) che nella Calabria (4,23%, un seggio), ha optato per rappresentare quest'ultima.[5]
Ad inizio dei lavori parlamentari della legislatura, è stato nominato vicepresidente della Camera. Nel novembre del 2006, partecipa ad Anno Zero, trasmissione televisiva condotta da Michele Santoro. Dopo un acceso dibattito con il presentatore, decide di abbandonare lo studio [6], tacciando Santoro di uso improprio della televisione pubblica. Successivamente, ha deciso di intraprendere un' azione legale contro Raidue.
A seguito dell'organizzazione delle consultazioni primarie per scegliere il candidato premier dell'Unione, Mastella ha deciso di presentare la sua candidatura per "presidiare il centro" della coalizione.
Le elezioni primarie si sono svolte il 16 ottobre 2005: Mastella è arrivato terzo, raccogliendo 196.014 voti (il 4,6% dei consensi), alle spalle di Romano Prodi, che ha ricevuto l'investitura di candidato premier della coalizione, e di Fausto Bertinotti.
Nella giornata delle votazioni, ha criticato l'organizzazione dell'evento, definendo le primarie come un "gioco fasullo". A scatenare la miccia è stato il fatto che, a metà mattinata, nel suo paese di residenza (di cui Mastella è anche sindaco), Ceppaloni, le schede erano già terminate e molta gente non ha potuto votare: "Se non ci vogliono, ce lo dicano", ha incalzato Mastella, accusando altresì di essere venuto a conoscenza che in diversi seggi di Roma erano pronte schede già votate per Prodi e pronte per essere inserite nelle urne. Già in precedenza, Mastella aveva denunciato incongruenze nell'allestimento dei seggi sostenendo che erano stati costituiti in numero inferiore al Sud, dove lui è più forte.
L'UDEUR, pertanto, minaccia di garantire soltanto l'appoggio esterno alla coalizione di centro-sinistra ma nei mesi successivi, i rapporti con la coalizione si ricompongono e l'Udeur firma il programma dell'Unione per le elezioni 2006, ricoprendo -dopo la vittoria elettorale- il prestigioso incarico di Ministro di Grazia e Giustizia.
Anche sua moglie Sandra Lonardo è impegnata in politica, ed è presidente del Consiglio Regionale della Campania e degli Italiani nel Mondo
Nella giornata delle votazioni, ha criticato l'organizzazione dell'evento, definendo le primarie come un "gioco fasullo". A scatenare la miccia è stato il fatto che, a metà mattinata, nel suo paese di residenza (di cui Mastella è anche sindaco), Ceppaloni, le schede erano già terminate e molta gente non ha potuto votare: "Se non ci vogliono, ce lo dicano", ha incalzato Mastella, accusando altresì di essere venuto a conoscenza che in diversi seggi di Roma erano pronte schede già votate per Prodi e pronte per essere inserite nelle urne. Già in precedenza, Mastella aveva denunciato incongruenze nell'allestimento dei seggi sostenendo che erano stati costituiti in numero inferiore al Sud, dove lui è più forte.
L'UDEUR, pertanto, minaccia di garantire soltanto l'appoggio esterno alla coalizione di centro-sinistra ma nei mesi successivi, i rapporti con la coalizione si ricompongono e l'Udeur firma il programma dell'Unione per le elezioni 2006, ricoprendo -dopo la vittoria elettorale- il prestigioso incarico di Ministro di Grazia e Giustizia.
Anche sua moglie Sandra Lonardo è impegnata in politica, ed è presidente del Consiglio Regionale della Campania e degli Italiani nel Mondo
Il 17 maggio 2006, a sorpresa, viene nominato Ministro della Giustizia nel secondo governo Prodi (il leader dell'Udeur aveva chiesto per sé il Ministero della Difesa contrapponendosi a Emma Bonino, ma alla fine fu dato al prodiano Arturo Parisi).
A luglio 2006 viene varato dal Parlamento un provvedimento di indulto, che è causa di divergenze tra Mastella ed il collega Antonio Di Pietro, ministro delle Infrastrutture. Mastella - in qualità di ministro della Giustizia - è tra i favorevoli alla misura, che prevede la scarcerazione di circa 15 mila carcerati; Di Pietro è aspramente contrario e lo definisce "un colpo di spugna immorale e inaccettabile". Nello stesso periodo si esprime a favore della completa impunità per tutti i personaggi e le società coinvolte nell'inchiesta Calciopoli.
Il 29 luglio, dopo l'approvazione definitiva da parte del Senato, che sancisce l'entrata in vigore dell'indulto come legge, Mastella dedica questo provvedimento al Papa Giovanni Paolo II che, in occasione di una sua visita al Parlamento, chiese un provvedimento di clemenza per i carcerati.
Il 23 ottobre 2006, la Camera dei deputati ha approvato in via definitiva la legge 24 ottobre 2006 n. 269 (meglio nota come Ddl Mastella) che modifica e sospende alcuni aspetti della riforma dell'ordinamento giudiziario licenziata nella XIV legislatura, in particolare per quanto riguarda le disposizioni sulla separazione della carriere dei magistrati e sull'accesso in magistratura.
A settembre 2007 ha chiesto al Consiglio Superiore della Magistratura di disporre il trasferimento cautelare d'ufficio nei confronti del pubblico ministero di Catanzaro Luigi de Magistris, il magistrato stava indagando su un presunto comitato d'affari composto da politici e magistrati lucani.
A luglio 2006 viene varato dal Parlamento un provvedimento di indulto, che è causa di divergenze tra Mastella ed il collega Antonio Di Pietro, ministro delle Infrastrutture. Mastella - in qualità di ministro della Giustizia - è tra i favorevoli alla misura, che prevede la scarcerazione di circa 15 mila carcerati; Di Pietro è aspramente contrario e lo definisce "un colpo di spugna immorale e inaccettabile". Nello stesso periodo si esprime a favore della completa impunità per tutti i personaggi e le società coinvolte nell'inchiesta Calciopoli.
Il 29 luglio, dopo l'approvazione definitiva da parte del Senato, che sancisce l'entrata in vigore dell'indulto come legge, Mastella dedica questo provvedimento al Papa Giovanni Paolo II che, in occasione di una sua visita al Parlamento, chiese un provvedimento di clemenza per i carcerati.
Il 23 ottobre 2006, la Camera dei deputati ha approvato in via definitiva la legge 24 ottobre 2006 n. 269 (meglio nota come Ddl Mastella) che modifica e sospende alcuni aspetti della riforma dell'ordinamento giudiziario licenziata nella XIV legislatura, in particolare per quanto riguarda le disposizioni sulla separazione della carriere dei magistrati e sull'accesso in magistratura.
A settembre 2007 ha chiesto al Consiglio Superiore della Magistratura di disporre il trasferimento cautelare d'ufficio nei confronti del pubblico ministero di Catanzaro Luigi de Magistris, il magistrato stava indagando su un presunto comitato d'affari composto da politici e magistrati lucani.
Il 14 ottobre 2007 Mastella viene iscritto nel registro degli indagati della procura di Catanzaro nell'ambito dell'inchesta "Why not" , l'ipotesi di reato è abuso di ufficio. Il coinvolgimento del Ministro nell'inchiesta sarebbe motivato dai suoi presunti rapporti con l'imprenditore Antonio Saladino. L'indagine coinvolgerebbe l'attività imprenditoriale di Saladino, titolare in passato di una società di lavoro interinale denominata "Why Not". Agli atti figurano, tra l'altro, intercettazioni di colloqui telefonici tra Mastella e Saladino.
Il 16 gennaio 2008[8], dopo il provvedimento di arresti domiciliari nei confronti della moglie Sandra Lonardo, Mastella presenta le sue dimissioni da ministro, sostenendo di essere vittima, insieme alla sua famiglia, di un attacco della Magistratura. Le dimissioni vengono respinte dal premier Romano Prodi e nel tardo pomeriggio della stessa giornata le agenzie di stampa scrivono che anche lo stesso Mastella sarebbe indagato nell'ambito dell'inchiesta riguardante la moglie.
Il giorno seguente, Mastella conferma le proprie dimissioni ed annuncia che il suo partito, l'Udeur, darà "appoggio esterno" al Governo.
Il 16 gennaio 2008[8], dopo il provvedimento di arresti domiciliari nei confronti della moglie Sandra Lonardo, Mastella presenta le sue dimissioni da ministro, sostenendo di essere vittima, insieme alla sua famiglia, di un attacco della Magistratura. Le dimissioni vengono respinte dal premier Romano Prodi e nel tardo pomeriggio della stessa giornata le agenzie di stampa scrivono che anche lo stesso Mastella sarebbe indagato nell'ambito dell'inchiesta riguardante la moglie.
Il giorno seguente, Mastella conferma le proprie dimissioni ed annuncia che il suo partito, l'Udeur, darà "appoggio esterno" al Governo.
Molto discussi sono i trascorsi rapporti di amicizia con l'ex-presidente del consiglio comunale di Villabate e condannato per mafia Francesco Campanella. Rapporti tanto stretti che Mastella fu testimone delle nozze del Campanella nel 2000. Alle stesse nozze fu testimone anche il presidente della Regione Sicilia Salvatore Cuffaro, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa.[9]
Il 26 giugno 2007 Piero Ricca gli chiese se il Ddl Mastella, approvato alla Camera, avrebbe limitato la cronaca giudiziaria e la libertà di stampa. Lui rispose dandogli del "coglione".[10]
All'inizio del febbraio 2007 egli viene raggiunto da un avviso di garanzia da parte della Procura della Repubblica di Napoli. L’ipotesi formulata dagli inquirenti è quella di concorso in bancarotta fraudolenta per il fallimento del Napoli Calcio, dichiarato nel 2004 con sentenza del Tribunale di Napoli. L'iscrizione nel registro degli indagati rappresenta un fatto dovuto, dal momento che, all'epoca della commissione dei presunti illeciti (2002), Mastella era membro a tutti gli effetti del consiglio di amministrazione della Società di cui era, tra l'altro, vicepresidente. Interpellato al riguardo, Mastella si è ovviamente chiamato fuori dal crac della squadra, sostenendo di non aver mai partecipato direttamente alla gestione della Società.
Il 26 giugno 2007 Piero Ricca gli chiese se il Ddl Mastella, approvato alla Camera, avrebbe limitato la cronaca giudiziaria e la libertà di stampa. Lui rispose dandogli del "coglione".[10]
All'inizio del febbraio 2007 egli viene raggiunto da un avviso di garanzia da parte della Procura della Repubblica di Napoli. L’ipotesi formulata dagli inquirenti è quella di concorso in bancarotta fraudolenta per il fallimento del Napoli Calcio, dichiarato nel 2004 con sentenza del Tribunale di Napoli. L'iscrizione nel registro degli indagati rappresenta un fatto dovuto, dal momento che, all'epoca della commissione dei presunti illeciti (2002), Mastella era membro a tutti gli effetti del consiglio di amministrazione della Società di cui era, tra l'altro, vicepresidente. Interpellato al riguardo, Mastella si è ovviamente chiamato fuori dal crac della squadra, sostenendo di non aver mai partecipato direttamente alla gestione della Società.
Nell'ottobre 2007 viene iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Catanzaro per l'inchiesta "Why not?" condotta da Luigi De Magistris. Poche settimane prima, in qualità di Ministro della Giustizia, ha chiesto il trasferimento cautelare dello stesso De Magistris. Per questo motivo al magistrato viene avocata l'inchiesta dalla procura. Per l'opinione pubblica c'è il sospetto che Mastella abbia richiesto il trasferimento appositamente per bloccare l'inchiesta nei suoi confronti. Solidali nei confronti del ministro invece tutto il mondo politico ad eccezione di Antonio Di Pietro.
Il giornale di partito il Campanile è stato oggetto di diverse indagini giornalistiche che ne hanno evidenziato la funzione "privata". In altri termini oltre un milione e trecentomila euro di finanziamenti pubblici (stando al solo 2005) sono serviti per pagare il contributo fattivo di Clemente Mastella [17], viaggi e trasferte della famiglia Mastella (98.000 euro nel 2005), liberalità e spese di rappresentanza (141.000 euro), liberalità (22.000), pacchi, dolciumi e torroni (17.000).
In altri termini, secondo una indagine de L'Espresso, "all'ombra del 'Campanile' Clemente Mastella, i suoi familiari e le loro società hanno ottenuto soldi e vantaggi grazie a un giornale finanziato con i soldi dei contribuenti"
In altri termini, secondo una indagine de L'Espresso, "all'ombra del 'Campanile' Clemente Mastella, i suoi familiari e le loro società hanno ottenuto soldi e vantaggi grazie a un giornale finanziato con i soldi dei contribuenti"
Nel 1986 a Clemente Mastella, allora nell'ufficio stampa della Democrazia Cristiana, venne mostrato in una proiezione privata il film di Giuseppe Ferrara Il caso Moro. Terminata la proiezione Mastella inveì contro la produzione. Il giorno successivo la stampa riportò l'opinione negativa di Mastella, grazie alla quale il film, in un primo momento accolto freddamente dal pubblico, divenne un successo. Questo aneddoto è stato raccontato dal produttore de Il Caso Moro Mauro Berardi alla trasmissione radiofonica "Vasco de Gama" condotta da David Riondino e Dario Vergassola.
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